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Osservazioni al Piano abruzzese di Difesa della Costa

· Natura

La Regione Abruzzo di è dotata di un “Piano di difesa della costa dall’erosione, dagli effetti dei cambiamenti climatici e dagli inquinamenti”, consultabile a questo link:

https://www.regione.abruzzo.it/content/fase-preliminare-e-fase-formativa

Entro i termini previsti la nostra associazione ha presentato le sue osservazioni al Piano, mirate a evidenziare alcuni aspetti importanti che non sono stati presi in considerazione, quali la valutazione di un incremento della capacità di un sistema costiero di adattarsi al mutare delle condizioni, cioè della resilienza, suggeriti dalle “Linee Guida per la Difesa della Costa dai fenomeni di Erosione e dagli effetti dei Cambiamenti climatici” (MATTM-Regioni, 2018 - Documento Regione Abruzzo Dipartimento Infrastrutture – Trasporti, Servizio Opere Marittime e Acque Marine elaborato dal Tavolo Nazionale sull'Erosione Costiera MATTM-Regioni con il coordinamento tecnico di ISPRA, 305 pp). Evitare la realizzazione di opere rigide è una delle misure di salvaguardia proposte da queste linee guida, ma nel Piano non troviamo questa attenta valutazione. Anzi, sembrerebbe che si intenda proseguire nella realizzazione di opere rigide, aggravando il carico infrastrutturale che sta negli anni in realtà favorendo l’erosione costiera e senza attuare alcuna opera di mitigazione della stessa in termini di ripristino dei processi naturali di formazione dei litorali e dell’apporto sedimentario proveniente dai fiumi.

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In merito a quanto possiamo conoscere più da vicino, con attenzione all’Unità Fisiografica “Foce del Vomano – Foce del Saline”, abbiamo osservato come ci sia una forte incongruenza nell’ipotesi di opere previste per la zona a Nord di Pineto (si ignorano del tutto l’inefficacia e i danni delle barriere trasversali rigide esistenti), oltre che a una mancata conoscenza di opere complesse e importanti già esistenti (opere rigide realizzate a sud della foce del Vomano nell’ambito del “Piano interregionale di difesa della costa”, risalente agli anni 1984-85, finanziato dalla legge 7-8-1982 n.526 art.56). A ciò si aggiunge l’aver trascurato dati scientifici e studi sull’importanza delle barre sottomarine costiere naturali e quanto riportato in un importante convegno sul tema dell’erosione organizzato dall’Area Marina Protetta Torre del Cerrano nel 2018 (atti: http://www.torredelcerrano.it/wp-content/uploads/2019/07/AA.VVCapitale-NaturaleAMP2019.pdf)

Insomma, il Piano risulta un’altra occasione persa per dare una svolta all’interpretazione del territorio costiero in chiave contemporanea e realmente contestualizzata ai problemi ecosistemici e di vulnerabilità accentuata causati dalle pesanti modifiche attuate negli anni dall’uomo.

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