In un articolo sul Fatto Quotidiano del 4 giugno scorso Luca Mercalli afferma che “si prende atto con piacere delle parole del premier Giuseppe Conte che nel presentare la Fase 3 Covid ha definito il progetto di rinascita dell’Italia in chiave più verde, inclusiva, digitale, equa e ha parlato di una vigorosa transizione verso un’economia sostenibile e le energie rinnovabili. L’apertura del governo su una visione verde è apprezzabile ma è sulla coerenza che si gioca tutto”.
Eh sì, è proprio la coerenza che è difficile applicare su una tematica così rilevante e complessa come l’ambiente. Secondo noi la battaglia sarebbe meno complicata da affrontare se si ripartisse con convinzione dal livello locale. Ognuno di noi potrebbe dare un contributo importante, assumendosi nel suo ambito un ruolo di sentinella ambientale.
La parola “ambiente” viene dal latino ambiens -entis «andare intorno, circondare»; da qui deve ripartire la coscienza di rispettare tutto ciò che è rimasto fuori dall’eccessiva antropizzazione che ha devastato i nostri territori negli ultimi duecento anni, in cui lo sfruttamento delle risorse naturali ha interessato ogni parte del nostro pianeta.
Affinché “ambiente” sia sempre meno una parola vuota, ma possa essere riempita sempre più di un tangibile significato, citiamo una frase molto significativa del filosofo e sociologo spagnolo Josè Ortega y Gasset: "Io sono me più il mio ambiente e se non preservo quest'ultimo non preservo me stesso".
La Valle del Cerrano, tra i comuni di Atri, Pineto e Silvi, vista dall'alto (immagine di Gianluca Turilli)